ISTITUTO STATALE D’ARTE –
POTENZA PROF. LUIGI ALBANO
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Origine e programma della scuola Bauhaus, dalle Arts and Crafts L'esempio a cui si rifaceva il Bauhaus veniva dall'Arts and Crafts Movemen, un movimento nato in Inghilterra nell'Ottocento come reazione allo scadimento qualitativo ed estetico degli oggetti di uso comune imputabile all'incontrollata industrializzazione. Fine dichiarato dell'Arts and Crafts era riportare in vita un'arte "del popolo e per il popolo", sul modello dei manufatti prodotti nelle botteghe medievali, un'idea che sarà poi all' origine delle vicende che condurranno alla fondazione del Bauhaus. Impegnata a strappare all'Inghilterra il primato in campo produttivo, la Germania accolse le idee dell' Arts and Crafts, sfrondandole dalla romantica nostalgia per un artigianato preindustriale, poco confacente alla sua nuova vocazione imprenditoriale. Migliorare qualitativamente il lavoro dell'industria divenne una delle parole d'ordine della Confederazione germanica di arti e mestieri, un' associazione di artigiani, industriali e artisti fondata a Monaco nel 1907, della quale nel 1912 entrò a far parte il giovane architetto Walter Gropius. Quello stesso Gropius che solo cinque anni più tardi avrebbe decretato la morte di tale Confederazione e avrebbe insistentemente richiesto che gli fosse affidata la direzione della Scuola di artigianato artistico di Weimar. Bauhaus, la prima sede a Weimar La parallela aspirazione dell' Accademia di belle arti di quella stessa città di dotarsi di corsi di architettura e artigianato artistico determinarono la decisione governativa di riunificare i due istituti. Nasceva così il Bauhaus statale di Weimar, la cui direzione fu affidata per l'appunto a Gropius. Sul manifesto-programma della nuova scuola, diffuso in tutta la Germania nel 1919, campeggiava la xilografia di Lyonel Feininger raffigurante una cattedrale , intesa come simbolo dell'opera d'arte totale e dell'unità sociale. Quella che stava nascendo era, nelle intenzioni di Gropius, una comunità di lavoro simile a quelle dei costruttori di cattedrali, in cui tutti i saperi, artistici e tecnici, intellettuali e manuali avrebbero concorso, al medesimo livello, alla realizzazione dell'opera. Il traguardo, reale e simbolico al tempo stesso, era un "costruire" (bauen) - da apprendere appunto nella "casa dell'edilizia" (Bauhaus) -, che fosse essenzialmente mezzo per trasformare la vita. Il WerkbundLa fine della prima guerra mondiale lascia all'Europa, devastata da milioni di lutti, il difficile compito di ricostruire se stessa e l'insieme di quei valori indispensabili per la sopravvivenza e lo sviluppo di una società civile. Questa difficile opera di ricostruzione morale e umana non poteva non coinvolgere le arti, in particolar modo l'architettura che è da sempre legata in maniera concreta alle esigenze di vita e di quotidianità della gente. L'ultima importante esperienza architettonica pre-bellica era stata quella dell' Art Nouveau, ma già architetti del calibro di Adolf Loos si erano scagliati contro l'ornamento fine a se stesso.
L'esperienza razionalista europea degli anni Venti parte quindi da tutti quei gruppi d'avanguardia che prima della guerra avevano iniziato ricerche e progetti sull'impiego dei moderni materiali da costruzione e sulle nuove tecnologie a essi connesse. Tra queste esperienze di anteguerra particolare significato aveva assunto quella del Deutscher Werkbund (Federazione Tedesca del Lavoro), un laboratorio di idee dal quale nacquero architetti e intellettuali intenzionati a sanare la storica frattura fu arte, artigianato e industria. Peter Behrens, esponente di spicco del Werkbund, nelle sue costruzioni rivoluziona in senso moderno ogni precedente regola edilizia, tenendo conto già in fase di progetto delle esigenze dei committenti e dell' ottimizzazione dei costi di realizzazione.
Caratteristiche del WerkbundLa compresenza di molte esperienze artistiche d'avanguardia implica la mancanza di omogeneità all'interno del movimento razionalista stesso: diversi sono stati gli sviluppi in funzione dei diversi paesi, delle diverse culture e dei diversi livelli tecnologici raggiunti. Permangono comunque dei tratti comuni nel Razionalismo come la perfetta identificazione tra forma e funzione ("la forma segue la funzione"), l'utilizzo di volumi semplici e netti, la preponderanza della linea e degli angoli retti, l'abolizione di ogni decorazione e lo studio della standardizzazione. Tutti questi accorgimenti diedero origine a un'architettura nuova e "democratica", cioè comprensibile e uguale per tutti, emblema di una società che, superata la guerra, vuole rompere ogni legame con il passato. |